17 cose che non sapevi su Dante

Il 2021 è l’anno del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Cominciamo l’anno imparando qualcosa in più sulla vita del Sommo poeta!

1. Sotto il segno dei Gemelli
Non conosciamo con esattezza la data di nascita di Dante. Tuttavia, nella Divina Commedia, Dante ha dato agli studiosi alcuni indizi sulla sua data di nascita. Secondo le ricostruzioni storiche, sarebbe nato tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265, sotto il segno dei Gemelli;

2. Una famiglia di umili origini
La famiglia di Dante era benestante, ma aveva umili origini: il nonno di Dante era un popolano, e suo padre, Alighiero di Bellincione aveva addirittura lavorato come usuraio. Gradualmente, però, la famiglia di Dante riuscì a ottenere una certa agiatezza economica;

3. Dante era orfano di madre
Bella degli Abati, la madre di Dante, morì quando questi era ancora un bambino. Secondo un’antica biografia di Dante, quando era incinta, Bella sognò che suo figlio sarebbe nato sotto un albero di alloro, simbolo della gloria poetica;

4. Studi medievali e classici
Non si sa molto della formazione intellettuale di Dante: probabilmente condusse gli studi tipici dell’epoca medievale. Studiò anche i grandi scrittori latini, tra cui Cicerone, Ovidio e Virgilio (che ammirava così tanto da renderlo sua guida immaginaria nell’Inferno);

5. Dante era un farmacista
Nella Firenze dell’epoca, chiunque volesse partecipare alla vita politica doveva entrare in una delle tante gilde commerciali della città. Fu così che Dante si iscrisse all’Arte dei Medici e Speziali e divenne farmacista;

6. La battaglia di Campaldino
Dante combatté come cavaliere nella battaglia di Campaldino dell’11 giugno 1289, servendo i Guelfi contro i Ghibellini;

7. I fantastici 5
La svolta letteraria di Dante avvenne quando incontrò i poeti Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Cino de Pistoia, e Brunetto Latini. Questi divennero i padri del Dolce Stil Novo, il più importante movimento letterario italiano del XIII secolo, che addolcì la poesia italiana arricchendola di metafore brillanti e di significati profondi;

8. La musa Beatrice
La grande fonte d’ispirazione di Dante fu una donna: Beatrice. Il poeta incontrò Beatrice per la prima volta in giovanissima età. Fu amore a prima vista. La bella Beatrice divenne così la musa ispiratrice di Dante. Ancora oggi, è probabilmente la donna più importante della letteratura italiana;

9. Ghibellin fuggiasco, che poi sarebbe Guelfo
Dante visse in un periodo di grande instabilità politica per la sua Firenze. La città era divisa in due fazioni: i Guelfi, al servizio del Papa, e i Ghibellini, al servizio dell’Imperatore. Dante, come suo padre, era Guelfo.
I Guelfi riuscirono a cacciare i Ghibellini da Firenze, ma al loro interno scoppiò una grande lotta intestina, che li divise in Guelfi bianchi (che volevano restare indipendenti dal papato) e Guelfi neri (che continuavano a sostenere il Papa).
Per evitare la guerra civile, nel 1301, il governo di Firenze inviò a Roma una delegazione in visita al papa Bonifacio VIII. Dante prese parte a questa delegazione, ma disprezzava Bonifacio VIII e lo considerava il simbolo della decadenza morale della Chiesa.
Mentre era ancora trattenuto a Roma, i francesi si allearono con i Guelfi neri e scacciarono da Firenze i Guelfi bianchi: Dante viene condannato all’esilio nel 1301. È proprio durante l’esilio che scriverà la Divina Commedia;

10. Il padre della lingua italiana
L’italiano contemporaneo si basa sul volgare fiorentino, ossia sulla lingua in cui scriveva Dante. Per questo motivo, Dante viene definito come padre della lingua italiana. La Divina Commedia influenzò enormemente l’italiano, tanto che molte delle espressioni usate da Dante in quest’opera sono ancora usate nell’italiano contemporaneo. Basti pensare a: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa», «Il bel paese», e «Senza infamia e senza lode»;

11. Un biografo d’eccezione
La prima biografia di Dante fu pubblicata a 30 anni dalla sua morte, nel 1348. Vita di Dante venne scritta addirittura da Boccaccio, un altro grande padre della lingua italiana. È Boccaccio che narra della visione della madre di Dante;

15. Amor cortese
Il Dolce Stil Novo dantesco professava l'”amor cortese”, e cioè un’idea letteraria di amore che sottolineava la cavalleria e la nobiltà di questo sentimento. Era una concezione influenzata dall’idea di amore platonico. Ovviamente, l’oggetto d’amore di Dante era Beatrice. Purtroppo però, Beatrice morì giovane, a soli 25 anni.
Questo gettò Dante in una profonda crisi: il poeta si rifugiò nella lettura di testi di amori tragici. La fine della crisi di Dante coincide con la composizione della Vita Nuova, un’opera dedicata interamente a Beatrice, considerata come capolavoro dello Stilnovismo, e che rappresenta per il poeta un momento di rinascita;

12. Amor divino
Dante provava per Beatrice un amore così profondo che la rese divina, immortale, anche da morta. Nella Divina Commedia, è Beatrice che manda Virgilio da Dante per farlo viaggiare nell’Aldilà, ed è Beatrice la sua guida spirituale in Paradiso. In definitiva, è lei condurlo alla redenzione;

13. Una commedia di dimensioni epiche
La Divina Commedia è divisa in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna composta da 33 canti. Se si include anche il primo canto, si arriva a un totale di 100 canti. Il numero 100 per Dante era il numero perfetto. Inoltre la Commedia conta 14.233 versi e 101.689 parole;

14. Difendere il volgare in latino
In una sua opera, il De Vulgari Eloquentia, Dante scrisse un’appassionante difesa della lingua volgare, sostenendo che questa lingua doveva ottenere la stessa dignità letteraria del latino. Il paradosso però è che, proprio per dare maggiore dignità scientifica alle sue parole, Dante scrisse questo trattato proprio in lingua latina;

15. Chi gli stava antipatico si guadagnava un bel posto all’Inferno
I nemici di Dante in vita si sono guadagnati un bel posto all’Inferno. L’acerrimo nemico di Dante fu il papa Bonifacio VIII, che era un personaggio molto controverso e che troviamo nel XIX canto, tra i papi corrotti;

16. Forse Dante soffriva di gravi problemi di salute
Nella Divina Commedia, Dante descrive spesso i suoi svenimenti. Sono talmente tanti che spesso gli studenti, costretti a leggere canti su canti, ridono dei costanti mancamenti di Dante. Tuttavia, si è ipotizzato che questi svenimenti indichino che Dante soffrisse di epilessia;

17. Madre di poco amore
Dante morì di malaria nel 1321 a Ravenna, dove si trovava in esilio. A pochi anni dalla sua morte, tra Firenze e Ravenna nacque una disputa per chi dovesse custodire i resti del poeta. Firenze rivendicava Dante tra i suoi cittadini. Ravenna sosteneva che Firenze non meritasse di custodire i resti di un uomo che aveva tanti disprezzato in vita. La disputa è durata a lungo, ma la tomba di Dante resta a Ravenna. Vi sono incisi i seguenti versi: «Qui sta racchiuso Dante, esule dalla patria terra, che generò Firenze, madre di poco amore».

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